NIERIKA – psicoterapia yoga e consapevolezza

La psicoterapia è un cammino

che conduce in profondità

“L’anima desidera andare oltre, sempre più addentro, sempre più in profondità. Per giungere alla struttura fondamentale delle cose occorre penetrare nella loro oscurità” James Hillman (C)

NIERIKA – psicoterapia yoga e consapevolezza

La psicoterapia è un cammino che conduce in profondità

“L’anima desidera andare oltre, sempre più addentro, sempre più in profondità. Per giungere alla struttura fondamentale delle cose occorre penetrare nella loro oscurità” James Hillman (C)

Nierika è un oggetto cerimoniale, un disegno realizzato con fili colorati intessuti. Presso i Wixàritari (Huichol), un gruppo di nativi della Sierra Madre Occidentale del Messico, la parola nierika, dal verbo nieriya, vedere, ha diversi significati. Nierika è lo specchio. Nierika è anche un passaggio, una soglia tra mondi e la visione che si ottiene quando la si attraversa.

Nierika è un oggetto cerimoniale, un disegno realizzato con fili colorati intessuti. Presso i Wixàritari (Huichol), un gruppo di nativi della Sierra Madre Occidentale del Messico, la parola nierika, dal verbo nieriya, vedere, ha diversi significati. Nierika è lo specchio. Nierika è anche un passaggio, una soglia tra mondi e la visione che si ottiene quando la si attraversa.

CHI SONO

Ilaria Corti

Sono cresciuta tra Mosca, Milano e Monaco di Baviera. Le case in cui ho vissuto nell’infanzia e nell’adolescenza erano un crocevia di lingue e di culture in cui trovavano ospitalità e rifugio molti singolari personaggi. I frequenti spostamenti sperimentati in giovane età hanno fatto sì che mi rendessi precocemente conto di come le relazioni, gli stili, le usanze e i paesaggi siano mutevoli e transitori, e di come sia possibile mettere radici non solo nella terra, ma anche nell’aria. Le ricche, non sempre liete, impressioni ricevute in quegli anni, mi hanno educata a osservare e ascoltare in profondità. È sempre stato per me motivo di meraviglia constatare come i volti e la gestualità delle persone, le loro voci e le loro storie, possano d’un tratto rivelare qualcosa di sorprendente – bagliori improvvisi o scorci che lasciano intravedere visuali più ampie.

Bio

Attratta da quanto può celarsi dietro a ciò che appare, ho condotto una ricerca assidua, spesso solitaria, attraverso la lettura, i sogni, i pellegrinaggi e i viaggi, molti dei quali mi hanno portata in India. L’incontro con lo studio e la pratica dello dzogchen, sotto la sollecita guida del mio Insegnante, ha fornito la base spaziosa ove hanno trovato posto e integrazione anche altri percorsi e saperi. Tra questi la pratica sobria ed essenziale del Raja Yoga nella cui esplorazione sono stata sapientemente accompagnata e che trasmetto a mia volta, e altri cammini.

Nel mese di gennaio del 2022 ho intrapreso un lungo viaggio durato quasi due anni, fra Messico e India, trovando ispirazione in
nuove guide e visioni.

Esperienze lavorative

In qualità di socia di Crinali, una cooperativa multiculturale di donne, ho lavorato dal 2002 al 2018, come psicologa e psicoterapeuta nell’accoglienza e presa in carico di adolescenti, donne e famiglie provenienti da paesi e culture diversi. In quest’ambito il mio lavoro si è svolto prevalentemente nei servizi del settore materno-infantile, a Milano, secondo l’approccio clinico transculturale elaborato in Francia da Marie Rose Moro e promosso
dalla cooperativa (Centro di Salute e Ascolto ospedale S. Paolo e S. Carlo, Servizio di Consultazione Transculturale, C.F. Cinisello Balsamo). Per la stessa cooperativa ho svolto attività di formazione a Milano e dintorni, rivolta sia a operatori dei servizi sanitari, psicologici e sociali sia a insegnanti delle scuole materne, elementari e medie, su temi quali il trauma migratorio, la mediazione linguistico-culturale, il decentramento e gli stili di acculturazione, i principi di base dell’approccio clinico transculturale.

Mi sono inoltre occupata di psicodiagnosi testologica finalizzata alla valutazione della personalità, delle competenze genitoriali, all’assessment multiculturale ma anche, e in un’ottica più collaborativa, all’assessment terapeutico e all’elaborazione di percorsi di terapia. Dal 2004 al 2010 sono stata cultrice della materia in Metodi e Tecniche dei test di personalità presso l’Università Cattolica di Milano, conducendo esercitazioni sui test. Contemporaneamente ho svolto in privato attività clinica a Milano e a Vigevano, presso il Centro Spazi Impensabili, occupandomi di psicoterapia individuale con adolescenti e adulti. Insieme con Donatella de Marinis ho co-condotto terapie di gruppo presso il CSTG (Centro Sudi Terapia della Gestalt) e presso lo studio Metafora a Milano.

Oggi vivo tra l’italia e l’India e lavoro prevalentemente in remoto con adulti e giovani adulti. Nel mio lavoro integro liberamente strumenti e conoscenze assimilati nel tempo, ispirandomi alla Gestalt, allo Yoga, a pratiche meditative e di consapevolezza, e adattandoli creativamente alle esigenze della persona, del suo specifico cammino, e dell’unicità del nostro incontro.

Curriculum Studi Sintetico

• Maturità – Sophie Scholl Gymnasium, Monaco di Baviera

• Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità – Università degli studi di Torino

• Corsi di psicodiagnostica – studio associato psicologia clinica A.R.P. Milano

• Formazione e aggiornamento all’approccio clinico transculturale – Cooperativa Crinali

• Scuola di specializzazione in terapia della Gestalt – CSTG di Milano

• Formazione quadriennale per diventare didatta – CSTG di Milano (titolo di didatta ordinario FISIG – Federazione Italiana Scuole e Istituti Gestalt)

• Partecipazione a tutti i livelli del programma Sat di Claudio Naranjo (integrazione di psicologia degli enneatipi, psicoterapia e meditazione)

• Formazione quinquennale in Raja Yoga e post-formazione – Rajayogaitalia di Renata Angelini e Moiz Palaci

Pubblicazioni

• Corti I. (2018). “Sándor Ferenczi, Precorritore e nonno della Gestalt”, Monografie di Gestalt n.5; 

• Corti I., A. S. Persico (2018). “La confusione dei linguaggi e la riedizione del nucleo traumatico nelle relazioni intime. Una riflessione critica”, Monografie di Gestalt n. 5

• Feres C., Mazzi G., Corti I., Grebogy M., Frade M.L., Tripepi M., Cantoni M., Castello M., Moretti P., Garland P., Abbondati P., Persico P., Botega V (2021). “Eneatipo 5 sexual”, Ediciones La Llave

Traduzioni
• James Low (2018). “Sparks”, Simply Being. “Scintille” (2019), Edizioni Simply Being

• James Low (2022). “Sweet Simplicity”, Simply Being. “Meravigliosa Semplicità” (2023), cfr.

 

Sono cresciuta tra Mosca, Milano e Monaco di Baviera. Le case in cui ho vissuto nell’infanzia e nell’adolescenza erano un crocevia di lingue e di culture in cui trovavano ospitalità e rifugio molti singolari personaggi. I frequenti spostamenti sperimentati in giovane età hanno fatto sì che mi rendessi precocemente conto di come le relazioni, gli stili, le usanze e i paesaggi siano mutevoli e transitori, e di come sia possibile mettere radici non solo nella terra, ma anche nell’aria. Le ricche, non sempre liete, impressioni ricevute in quegli anni, mi hanno educata a osservare e ascoltare in profondità. È sempre stato per me motivo di meraviglia constatare come i volti e la gestualità delle persone, le loro voci e le loro storie, possano d’un tratto rivelare qualcosa di sorprendente – bagliori improvvisi o scorci che lasciano intravedere visuali più ampie.

Bio

Attratta da quanto può celarsi dietro a ciò che appare, ho condotto una ricerca assidua, spesso solitaria, attraverso la lettura, i sogni, i pellegrinaggi e i viaggi, molti dei quali mi hanno portata in India. L’incontro con lo studio e la pratica dello dzogchen, sotto la sollecita guida del mio Insegnante, ha fornito la base spaziosa ove hanno trovato posto e integrazione anche altri percorsi e saperi. Tra questi la pratica sobria ed essenziale del Raja Yoga nella cui esplorazione sono stata sapientemente accompagnata e che trasmetto a mia volta, e altri cammini.

Nel mese di gennaio del 2022 ho intrapreso un lungo viaggio durato quasi due anni, fra Messico e India, trovando ispirazione in nuove guide e visioni.

Esperienze lavorative

In qualità di socia di Crinali, una cooperativa multiculturale di donne, ho lavorato dal 2002 al 2018, come psicologa e psicoterapeuta nell’accoglienza e presa in carico di adolescenti, donne e famiglie provenienti da paesi e culture diversi. In quest’ambito il mio lavoro si è svolto prevalentemente nei servizi del settore materno-infantile, a Milano, secondo l’approccio clinico transculturale elaborato in Francia da Marie Rose Moro e promosso dalla cooperativa (Centro di Salute e Ascolto ospedale S. Paolo e S. Carlo, Servizio di Consultazione Transculturale, C.F. Cinisello Balsamo). Per la stessa cooperativa ho svolto attività di formazione a Milano e dintorni, rivolta sia a operatori dei servizi sanitari, psicologici e sociali sia a insegnanti delle scuole materne, elementari e medie, su temi quali il trauma migratorio, la mediazione linguistico-culturale, il decentramento e gli stili di acculturazione, i principi di base dell’approccio clinico transculturale.

Mi sono inoltre occupata di psicodiagnosi testologica finalizzata alla valutazione della personalità, delle competenze genitoriali, all’assessment multiculturale ma anche, e in un’ottica più collaborativa, all’assessment terapeutico e all’elaborazione di percorsi di terapia. Dal 2004 al 2010 sono stata cultrice della materia in Metodi e Tecniche dei test di personalità presso l’Università Cattolica di Milano, conducendo esercitazioni sui test. Contemporaneamente ho svolto in privato attività clinica a Milano e a Vigevano, presso il Centro Spazi Impensabili, occupandomi di psicoterapia individuale con adolescenti e adulti. Insieme con Donatella de Marinis ho co-condotto terapie di gruppo presso il CSTG (Centro Sudi Terapia della Gestalt) e presso lo studio Metafora a Milano.

Oggi vivo tra l’italia e l’India e lavoro prevalentemente in remoto con adulti e giovani adulti. Nel mio lavoro integro liberamente strumenti e conoscenze assimilati nel tempo, ispirandomi alla Gestalt, allo Yoga, a pratiche meditative e di consapevolezza, e adattandoli creativamente alle esigenze della persona, del suo specifico cammino, e dell’unicità del nostro incontro.

Curriculum Studi Sintetico

• Maturità – Sophie Scholl Gymnasium, Monaco di Baviera

• Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità – Università degli studi di Torino

• Corsi di psicodiagnostica – studio associato psicologia clinica A.R.P. Milano

• Formazione e aggiornamento all’approccio clinico transculturale – Cooperativa Crinali

• Scuola di specializzazione in terapia della Gestalt – CSTG di Milano

• Formazione quadriennale per diventare didatta – CSTG di Milano (titolo di didatta ordinario FISIG – Federazione Italiana Scuole e Istituti Gestalt)

• Partecipazione a tutti i livelli del programma Sat di Claudio Naranjo (integrazione di psicologia degli enneatipi, psicoterapia e meditazione)

• Formazione quinquennale in Raja Yoga e post-formazione – Rajayogaitalia di Renata Angelini e Moiz Palaci

Pubblicazioni

• Corti I. (2018). “Sándor Ferenczi, Precorritore e nonno della Gestalt”, Monografie di Gestalt n.5;

• Corti I., A. S. Persico (2018). “La confusione dei linguaggi e la riedizione del nucleo traumatico nelle relazioni intime. Una riflessione critica”, Monografie di Gestalt n. 5

• Feres C., Mazzi G., Corti I., Grebogy M., Frade M.L., Tripepi M., Cantoni M., Castello M., Moretti P., Garland P., Abbondati P., Persico P., Botega V (2021). “Eneatipo 5 sexual”, Ediciones La Llave

Traduzioni
• James Low (2018). “Sparks”, Simply Being. “Scintille” (2019), Edizioni Simply Being

• James Low (2022). “Sweet Simplicity”, Simply Being. “Meravigliosa Semplicità” (2023), cfr.

 

La terapia Gestalt

Metodo

Iniziare una psicoterapia

“Il senso di un significato superiore dell’esistenza è ciò che innalza l’uomo al di sopra della sua condizione elementare. Se gli manca questo senso egli è perduto e infelice”. C. G. Jung

Sono molte le ragioni e i sintomi che inducono a cercare aiuto. Alla radice di questi vi è sovente una sofferenza più ampia, non sempre riconosciuta. C. G Jung descrive la condizione di sofferenza e di solitudine che affligge l’uomo moderno come “perdita dell’anima”, espressione presa in prestito dai popoli cosiddetti primitivi. Chi ha perso la sua anima è solo ed estraniato da sé stesso, dalla vita e dalla relazione con gli altri. Come afferma James Hillman, egli “ha perso il senso di comunione con la natura e con le potenze che la abitano.”

“La consapevolezza è il tesoro transpersonale definitivo”

Claudio Naranjo

Nel mio lavoro traggo ispirazione dalla terapia della Gestalt per come la proponeva Fritz Perls, suo fondatore, nei seminari di Esalen, in California, negli anni ’60. E per come l’ha compresa e praticata Claudio Naranjo, uno dei suoi principali allievi. Mi riconosco nel valore conferito alla ricerca di una libertà interiore ed espressiva, e nell’idea secondo cui accrescere la consapevolezza dell’individuo, il suo senso di realtà e responsabilità è sufficiente, non occorre altro.

E restituisce sacralità alla vita.  Claudio Naranjo descrive la Gestalt, abitualmente associata alla psicologia umanistica, in modo più incisivo come approccio transpersonale, ove transpersonale, termine spesso frainteso, significa semplicemente ciò che sta al di là della personalità condizionata o del carattere, vale a dire la consapevolezza.

La personalità condizionata è un insieme di tratti e schemi comportamentali rigidi e ripetitivi, che si forma nell’infanzia come risposta ai condizionamenti e alle ferite emozionali sperimentati dal bambino nel contesto familiare e sociale. 

Quando i suoi bisogni fondamentali non sono soddisfatti, il bambino, nel tentativo di proteggersi dal dolore, adotta difensivamente un modo di essere che in seguito si cristallizza, perdendo l’iniziale valore adattivo.

 Questo sistema di condizionamenti cognitivi, emotivi e comportamentali interferisce con quella che Fritz Perls chiamava la saggezza dell’organismo, ovvero la sua naturale capacità di autoregolarsi e di agire attingendo a un’intuizione profonda e istintiva.

Continua a leggere

Non essere in grado di rispondere in modo creativo al presente costituisce l’essenza del funzionamento psicopatologico, blocca la crescita dell’individuo, l’espressione delle sue potenzialità e la sua capacità di amore e di relazione. In tal modo ciascuno contribuisce alla trasmissione transgenerazionale di una “caduta” che coincide con un oscuramento della consapevolezza. L’innocenza e lo stupore infantile sono andati smarriti.

Elémire Zolla

La verità è uno specchio

La consapevolezza non è uno stato particolare di coscienza. In effetti non è uno stato. La consapevolezza è lo schermo che fa da sfondo all’esperienza. La terapia della Gestalt non propone di coltivare la consapevolezza pura, ovvero la consapevolezza
della consapevolezza, come avviene in alcune tradizioni meditative. Piuttosto promuove l’auto-osservazione e l’autoconoscenza attraverso un richiamo e un allenamento all’essere presenti al qui-e-ora della propria esperienza attuale, cioè ai dati immediati della coscienza, nel contesto della relazione terapeutica io-e-tu. Essere consapevoli dei propri gesti, tono della voce, postura, respirazione, emozioni, pensieri, aspettative, giudizi e così via. Naranjo descriveva la terapia della Gestalt come una “pratica di meditazione in un contesto interpersonale: attenzione a sé, attenzione all’altro, e autenticità nell’incontro Io-Tu.”


Un secondo pilastro, accanto alla consapevolezza, è la spontaneità, laddove per spontaneità non si intende impulsività, ma la possibilità di essere sé stessi, di essere veri con sé stessi e di comunicare in modo genuino. Naranjo propone anche il termine naturalezza che descrive come una combinazione di spontaneità istintiva e intenzionalità. Essere sé stessi può qualificarsi come un vivere dal di dentro piuttosto che essere guidati da criteri e aspettative esterne o dalla preoccupazione per la propria immagine. Significa anche essere consapevoli e responsabili, ovvero essere dietro alle proprie azioni e ai propri sentimenti, senza disconoscerli.

Continua a leggere

Il processo terapeutico si muove tra le due polarità dell’espressività e del non-attaccamento. Il terapeuta, a partire dalla sua intuizione, da un lato incoraggia e stimola nel paziente un’espressione
verbale, motoria e gestuale più libera e autentica, dall’altro inibisce e confronta quella disfunzionale. In altri termini, frustra il carattere, o l’ego, e il suo repertorio di risposte automatiche.
Ciò è possibile nella misura in cui è egli stesso aperto, ricettivo e presente alla propria esperienza. La crescita promossa dalla terapia richiede tempo e non è indolore. Fritz Perls metteva in guardia
contro le terapie protratte per anni, ma anche contro le pretese di guarigioni istantanee e miracolose.

Claudio Naranjo

La Gestalt

“La terapia gestaltica è un sistema costruito sulla comprensione intuitiva piuttosto che sulla teoria”

La Gestalt è conosciuta soprattutto per il largo repertorio di tecniche di cui si avvale e dal quale hanno liberamente attinto numerosi altri orientamenti di psicoterapia.

Le tecniche non sono però l’elemento essenziale. La conoscenza di come agire in terapia proviene da una comprensione intuitiva molto più che da presupposti teorici specifici o dall’applicazione di tecniche. Fritz Perls riteneva che essere terapeuta significasse essere sé stessi e che formare terapeuti equivalesse a condurli a essere sé stessi. Molto più importante delle tecniche, così Naranjo, è una filosofia di vita implicita nella Gestalt, un atteggiamento di fondo che non trae origine da un’ideologia, bensì da un’esperienza vissuta: fede nella consapevolezza, nella creatività, nella spontaneità e nell’incontro umano autentico.

“La consapevolezza è il tesoro transpersonale definitivo”

Claudio Naranjo

Nel mio lavoro traggo ispirazione dalla terapia della Gestalt per come la proponeva Fritz Perls, suo fondatore, nei seminari di Esalen, in California, negli anni ’60. E per come l’ha compresa e praticata Claudio Naranjo, uno dei suoi principali allievi. Mi riconosco nel valore conferito alla ricerca di una libertà interiore ed espressiva, e nell’idea secondo cui accrescere la consapevolezza dell’individuo, il suo senso di realtà e responsabilità è sufficiente, non occorre altro.

E restituisce sacralità alla vita. Claudio Naranjo descrive la Gestalt, abitualmente associata alla psicologia umanistica, in modo più incisivo come approccio transpersonale, ove transpersonale, termine spesso frainteso, significa semplicemente ciò che sta al di là della personalità condizionata o del carattere, vale a dire la consapevolezza.

La personalità condizionata è un insieme di tratti e schemi comportamentali rigidi e ripetitivi, che si forma nell’infanzia come risposta ai condizionamenti e alle ferite emozionali sperimentati dal bambino nel contesto familiare e sociale.

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Quando i suoi bisogni fondamentali non sono soddisfatti, il bambino, nel tentativo di proteggersi dal dolore, adotta difensivamente un modo di essere che in seguito si cristallizza, perdendo l’iniziale valore adattivo. Questo sistema di condizionamenti cognitivi, emotivi e comportamentali interferisce con quella che Fritz Perls chiamava la saggezza dell’organismo, ovvero la sua naturale capacità di autoregolarsi e di agire attingendo a un’intuizione profonda e istintiva. Non essere in grado di rispondere in modo creativo al presente costituisce l’essenza del funzionamento psicopatologico, blocca la crescita dell’individuo, l’espressione delle sue potenzialità e la sua capacità di amore e di relazione. In tal modo ciascuno contribuisce alla trasmissione transgenerazionale di una “caduta” che coincide con un oscuramento della consapevolezza. L’innocenza e lo stupore infantile sono andati smarriti.

Iniziare una psicoterapia

“Il senso di un significato superiore dell’esistenza è ciò che innalza l’uomo al di sopra della sua condizione elementare. Se gli manca questo senso egli è perduto e infelice”  C. G. Jung

Sono molte le ragioni e i sintomi che inducono a cercare aiuto. Alla radice di questi vi è sovente una sofferenza più ampia, non sempre riconosciuta. C. G Jung descrive la condizione di sofferenza e di solitudine che affligge l’uomo moderno come “perdita dell’anima”, espressione presa in prestito dai popoli cosiddetti primitivi. Chi ha perso la sua anima è solo ed estraniato da sé stesso, dalla vita e dalla relazione con gli altri. Come afferma James Hillman, egli “ha perso il senso di comunione con la natura e con le potenze che la abitano.”

Elémire Zolla

La verità è uno specchio

La consapevolezza non è uno stato particolare di coscienza. In effetti non è uno stato. La consapevolezza è lo schermo che fa da sfondo all’esperienza. La terapia della Gestalt non propone di coltivare la consapevolezza pura, ovvero la consapevolezza della consapevolezza, come avviene in alcune tradizioni meditative. Piuttosto promuove l’auto-osservazione e l’autoconoscenza attraverso un richiamo e un allenamento all’essere presenti al qui-e-ora della propria esperienza attuale, cioè ai dati immediati della coscienza, nel contesto della relazione terapeutica io-e-tu. Essere consapevoli dei propri gesti, tono della voce, postura, respirazione, emozioni, pensieri, aspettative, giudizi e così via. Naranjo descrive la terapia della Gestalt come una “pratica di meditazione in un contesto interpersonale: attenzione a sé, attenzione all’altro, e autenticità nell’incontro Io-Tu.”

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Un secondo pilastro, accanto alla consapevolezza, è la spontaneità, laddove per spontaneità non si intende impulsività, ma la possibilità di essere sé stessi, di essere veri con sé stessi e di comunicare in modo genuino. Naranjo propone anche il termine naturalezza che descrive come una combinazione di spontaneità istintiva e intenzionalità. Essere sé stessi può qualificarsi come un vivere dal di dentro piuttosto che essere guidati da criteri e aspettative esterne o dalla preoccupazione per la propria immagine. Significa anche essere consapevoli e responsabili, ovvero essere dietro alle proprie azioni e ai propri sentimenti, senza disconoscerli.

Il processo terapeutico si muove tra le due polarità dell’espressività e del non-attaccamento. Il terapeuta, a partire dalla sua intuizione, da un lato incoraggia e stimola nel paziente un’espressione verbale, motoria e gestuale più libera e autentica, dall’altro inibisce e confronta quella disfunzionale. In altri termini, frustra il carattere, o l’ego, e il suo repertorio di risposte automatiche.

Ciò è possibile nella misura in cui è egli stesso aperto, ricettivo e presente alla propria esperienza. La crescita promossa dalla terapia richiede tempo e non è indolore. Fritz Perls metteva in guardia contro le terapie protratte per anni, ma anche contro le pretese di guarigioni istantanee e miracolose.

Claudio Naranjo

La Gestalt

“La terapia gestaltica è un sistema costruito sulla comprensione intuitiva piuttosto che sulla teoria”

La Gestalt è conosciuta soprattutto per il largo repertorio di tecniche di cui si avvale e dal quale hanno liberamente attinto numerosi altri orientamenti di psicoterapia.

Le tecniche non sono però l’elemento essenziale. La conoscenza di come agire in terapia proviene da una comprensione intuitiva molto più che da presupposti teorici specifici o dall’applicazione di tecniche. Fritz Perls riteneva che essere terapeuta significasse essere sé stessi e che formare terapeuti equivalesse a condurli a essere sé stessi. Molto più importante delle tecniche, così Naranjo, è una filosofia di vita implicita nella Gestalt, un atteggiamento di fondo che non trae origine da un’ideologia, bensì da un’esperienza vissuta: fede nella consapevolezza, nella creatività, nella spontaneità e nell’incontro umano autentico.

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